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La «Strada di Damasco»

Ai Cristiani

Carta d’indipendenza

Paolo di Tarso era un Ebreo convinto, fanaticamente attaccato alla Sinagoga. All’età di 25 anni, prese la strada per Damasco per arrestare in questa città alcuni Ebrei divenuti Cristiani. Strada facendo, Gesù gli apparve improvvisamente. Egli chiese a Paolo di essere suo discepolo (Atti 9).

Questa visione sconvolse Paolo e cambiò totalmente la sua concezione della fede e lo liberò completamente dalla Sinagoga, facendo di lui un credente indipendente.

Oggi Dio ci invita a elevarci più vicino a Lui. Egli desidera ardentemente stabilire una relazione diretta e intima con ognuno di noi. Per rispondere a questa chiamata divina, dobbiamo liberarci attraversando, personalmente, un moderno «Cammino di Damasco». Ora, molti bigotti sono attaccati fanaticamente ai diversi istituti religiosi, come Paolo lo era alla Sinagoga. Hanno paura di camminare soli verso Dio; ritengono di avere bisogno di una qualche istituzione che li sostenga.

Eppure costatiamo un evidente deterioramento morale dei diversi istituti religiosi nel mondo, particolarmente in Vaticano. Questo è uno dei segni dei tempi nuovi. È tempo di contare su Dio solo. Coloro che desiderano rispondere alla Chiamata di Dio, devono liberarsi dai legami dei diversi istituti religiosi allo sbando. Essi impediscono la nostra crescita spirituale.

Dio, nell’Apocalisse, ci offre l’opportunità di elevarci a Lui aprendo per noi una nuova porta spirituale:

«Ho aperto davanti a te una porta che nessuno può chiudere… Io vidi una porta aperta in Cielo e sentii: Sali quassù; Ti mostrerò le cose che devono accadere in seguito.» (Apocalisse 3,8 / 4,1)

Non possiamo ignorare quello che accade oggi: il deterioramento morale evidente della Chiesa. I media ne parlano senza sosta. Una parte della nostra missione è testimoniare contro di essa. Quando denunciamo questa defezione, i Cristiani superficiali, malinformati o fanatici: «Ma Gesù ha affermato che le porte dell’inferno non trionferanno su di essa (la Chiesa)…» È vero! Gesù lo aveva detto! (Matteo 16,18).

Tuttavia, Gesù ha anche predetto il tradimento di questa Chiesa alla fine di tempi, prima del suo Ritorno. Egli ha detto: «Quando il Figlio dell’Uomo verrà, troverà la fede sulla terra?» (Luca 18,8). Ha confermato ciò precisando che «per il dilagare dell’iniquità, l’amore di molti si raffredderà». Ancora, ha aggiunto: «…ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato» (Matteo 24,10-13). Quelli che persevereranno saranno salvati liberandosi da un clero irrimediabilmente danneggiato.

A La Salette Maria, già nel 1846, ha definito il clero «cloaca d’impurità», aggiungendo anche che «Roma perderà la fede e diventerà la sede dell’Anticristo». Le porte dell’inferno hanno, per questo, trionfato su questa Chiesa! (Vedere il testo «Spiegazione del Messaggio di Maria a La Salette»)

Di quale Chiesa dunque Gesù parla? È quella di Pietro che Lo ha tradito? Certamente no! Egli intendeva quella formata da coloro che avrebbero «perseverato sino alla fine» nella prova universale della fine dei tempi (Apocalisse 3,10). Questo Tempo è giunto ora.
Gesù aveva detto a Pietro: «Quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani ed un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi.» (Giovanni 21,18).

Oggi, 2000 anni dopo Gesù, Pietro, nella persona del Papa, è diventato vecchio. Egli è trascinato e la Chiesa con lui, da questo altro di cui parlava Gesù, là dove egli non dovrebbe essere! Chi è questo «altro»? Paolo ci aveva avvertiti che questo personaggio enigmatico sarebbe apparso alla vigilia del Ritorno di Gesù: «Prima infatti dovrà avvenire l’Apostasia e dovrà essere rivelato l’Uomo Iniquo, il Figlio della Perdizione, il Nemico di Cristo (l’Anticristo)… fino a sedersi nel Tempio di Dio (la Chiesa)» (2 Tessalonicesi 2,3-4). Non è questa la situazione attuale del Vaticano? Il Papa è veramente libero?

No!! È «un altro» che, nell’ombra, tira i fili: l’Anticristo. Siamo stati sufficientemente avvertiti!

Ma chi è l’Anticristo?
San Giovanni risponde: «Chi è il menzognero se non colui che nega che Gesù è il Cristo? Eccolo l’Anticristo» (1 Giovanni 2,22).

Chi è che nega che Gesù è il Cristo? Chi è che attende sempre «un altro» Messia? I Cristiani? Naturalmente no! I Mussulmani? No, perché il Corano attesta che Gesù è il Messia (Corano III; Famiglia di Imran,45). Solo gli Ebrei negano che Gesù è il Messia e ne attendono «un altro». Essi credono che il ritorno dello Stato d’Israele sia un segno del suo avvento imminente.

La presenza di questo Stato Sionista è uno dei segni che una nuova era spirituale è inaugurata e che il Ritorno di Gesù è già avviato. Molti credenti indipendenti hanno già incontrato Gesù sul loro «Cammino di Damasco», e hanno scoperto la «nuova porta aperta nel Cielo». Con Lui hanno avviato la «Restaurazione Universale» predetta dai profeti (Atti 3,21). (Vedere il testo: «La Restaurazione Universale»).

Alcuni Cristiani erano soliti dire: «Fuori della Chiesa nessuna salvezza». Oggi in questa Chiesa nessuna salvezza. Quelli che riconoscono questo fatto evidente sono già sul «Cammino di Damasco», e come si è manifestato a Paolo, il Messia si manifesterà a loro. Egli li condurrà attraverso la «Porta Aperta».

Nel passato Pietro ha esortato gli Ebrei a salvarsi dalla Sinagoga: «Salvatevi da questa generazione perversa. Coloro che accolsero la sua parola furono battezzati…» (Atti 2,40-41). Oggi queste stesse parole sono indirizzate da Dio ai suoi figli riguardo alla Chiesa: «Uscite da essa popolo mio, in modo da non associarvi ai suoi crimini per non essere afflitti dalle sue piaghe!» (Apocalisse 18,4-5).

Il 13 maggio 1970 Gesù apparve a un sacerdote pro-Israeliano in Libano. Gli fece una sconvolgente rivelazione: «Oggi è il 13 maggio il giorno dell’apparizione della Vergine Maria, nostra Madre, a Fatima. Apri il capitolo 13 dell’Apocalisse: La Bestia è Israele!». Questa dichiarazione improvvisa equivale al «Cammino di Damasco» di Paolo perché ha avuto conseguenze spirituali e pratiche vitali che portarono questo sacerdote a diventare, come Paolo, un credente indipendente. Ci spiegheremo maggiormente nel testo «La Chiave dell’Apocalisse».
Il Vaticano è stato deviato dall’Anticristo, malgrado gli avvertimenti di Gesù, di Paolo, di Giovanni e di Maria. Il clero ha abbandonato il Salvatore divino per seguire il Seduttore satanico. «Le porte dell’inferno» hanno trionfato su questa Chiesa. Ecco perchè Gesù ci apre una Nuova Porta per farci uscire e introdurci nella «Nuova Gerusalemme» al fine di edificare «La Nuova Terra e il Nuovo Cielo» dove Dio vive con i suoi figli (Apocalisse 21,1-4).

Dopo avere visto Gesù, Paolo ha avuto il coraggio di rompere con la Sinagoga e ha contribuito così a edificare la Chiesa. Allo stesso modo, oggi, tutti coloro che riconoscono l’Anticristo, la Bestia dell’Apocalisse e che hanno il coraggio di rompere con questa Chiesa crollante contribuiscono a edificare «La Terra Nuova e il Cielo Nuovo». Contro questo popolo «le porte dell’inferno non trionferanno mai».

Il clero ebreo aveva ordinato a Pietro e a Giovanni di «non insegnare nel Nome di Gesù», essi hanno risposto: «Se sia giusto innanzi a Dio obbedire a voi più che a Lui, giudicatelo voi stessi; noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato» (Atti 4,18-20). È venuto il tempo, anche per noi, di obbedire non più a capi religiosi condotti da «un altro» che non sia Gesù, ma a Gesù stesso.

La Tromba apocalittica ha suonato per liberare i veri discepoli di Gesù. Essi soli la ascolteranno nei loro cuori e diventeranno, come Pietro, Paolo, gli Apostoli e Maometto, credenti indipendenti.

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