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L’Incensiere d’Oro

Miei beneamati, questo perché voi prendiate coscienza della vostra dimensione spirituale.

Vorrei condividere con voi un pensiero sul capitolo 8 dell’Apocalisse riguardante l’Angelo che «si fermò all’altare (dei sacrifici), reggendo un incensiere d’oro. Gli furono dati molti profumi perché li offrisse insieme con le preghiere di tutti i santi bruciandoli sull’altare d’oro, posto davanti al Trono (di Dio). E dalla mano dell’Angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio» (Apocalisse 8,3-4).

Voi sapete che al capitolo 6 dell’Apocalisse, Giovanni ha visto: «sotto l’altare le anime di coloro che furono immolati a causa della Parola di Dio e della testimonianza che gli avevano resa (in favore di Dio)» (Apocalisse 6,9). Queste anime immolate sono sotto l’altare, in segreto dunque.

Per capire bene questi altari; bisogna ricordarsi che nel tempio c’erano due altari:

  • Un grande altare, quello degli olocausti, sul quale erano offerti, poi bruciati, gli animali sacrificati (Esodo 27,1-8 / 1 Re 8,64).
  • Un altare più piccolo sul quale erano offerti i profumi o l’incenso (Esodo 30,1-10 / Apocalisse 9,13).

È sotto il grande altare degli olocausti che Giovanni ha visto le anime immolate. Sopra questo altare i sacerdoti offrivano la carne, il grasso dei sacrifici animali denunciati tra l’altro dai profeti. Con caparbietà gli Ebrei li offrivano nonostante tutto, perché questo conveniva loro.

Oggi, su quest’altare mistico, sono offerte le vittime umane che testimoniano per Dio: i martiri che noi conosciamo.

L’Angelo venne a fermarsi presso quest’altare dei sacrifici, con un incensiere d’oro:

«Poi venne un altro angelo e si fermò all’altare, reggendo un incensiere d’oro. Gli furono dati molti profumi perché li offrisse insieme con le preghiere di tutti i santi bruciandoli sull’altare d’oro posto davanti al trono. E dalla mano dell’Angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio, insieme con le preghiere dei santi.» (Apocalisse 8,3-5)

La preghiera è paragonata all’incenso che s’innalza verso Dio: «Come incenso salga a Te la mia preghiera», domanda a Dio il salmista (Salmi 141,2).

Così, il fumo dell’incenso che sale davanti a Dio, significa che le preghiere dell’Angelo sono esaudite da Dio, ma sull’altare dei profumi. Oggi, sapete che queste anime immolate sotto l’altare sono quelle che conoscete. E noi, prendiamo le preghiere di questi santi e le offriamo sull’altare dei profumi con un incensiere d’oro.

Un dettaglio da notare: gli utensili del tempio dovevano essere fabbricati in bronzo, non in oro (Esodo 27,3). Il bronzo è una lega poco costosa di rame e stagno. Ora, l’incensiere apocalittico è di oro prezioso. Questo incensiere d’oro è il Corpo del Cristo con il quale noi comunichiamo tutti i giorni. È sopra questo Altare vivente che offriamo tutte le nostre preghiere per queste anime, nostri fratelli.

Ieri durante la Mensa del Signore, ho detto a Gesù: «Affido tutte queste preghiere a Te, parla Tu Stesso al Padre, Tu sai parlagli meglio di noi, meglio di me e sai cosa dirGli. Sappiamo che Ti esaudirà». Ho visto, allora, il viso irrigidito del diavolo, con un’espressione di netta insoddisfazione, mordendosi le labbra, rivolgermi uno sguardo odioso.

Perché una preghiera sia esaudita, bisogna che la nostra domanda sia nelle vedute del nostro Padre, secondo il desiderio dello Spirito Santo, secondo la sua Volontà. Non possiamo chiedere al Padre di rispondere a una preghiera che vada contro la sua Volontà. Non possiamo pregare per il trionfo della Bestia.

Bisogna, in primo luogo, che le nostre preghiere siano conformi alla Volontà di nostro Padre e in secondo luogo che esse siano in Cristo:

«In verità, in verità vi dico: qualsiasi cosa chiediate al Padre nel mio Nome ve la darà», ha detto Gesù (Giovanni 16,23).

È qui che il nostro ruolo diventa particolare: tutti i nostri fratelli che lottano contro la Bestia, lo fanno nella giustizia, ma non combattono in nome di Gesù. Questo è dunque un sentiero percorso a metà. Noi combattiamo tramite la preghiera e in nome di Gesù, noi chiediamo al Padre la vittoria contro la Bestia in nome di Gesù. Questo è il combattimento, la preghiera, a cui la Vergine ci ha invitato a La Salette: «Combattete, Figli della Luce, voi piccolo numero che ci vedete, perché ecco il Tempo dei tempi, la Fine delle fini!»

Non scoraggiamoci dunque, anche quando il nostro nemico sembra trionfare. Non è che una vittoria apparente, un trionfo falso e momentaneo. Coloro che resisteranno fino alla fine, essi soli saranno salvati (Matteo 24,13 / Apocalisse 2,26). È sulla croce che Gesù trionfa! Sono pronto a morire, anch’io, come i due Testimoni dell’Apocalisse, sapendo che, con la mia morte, vincerò la morte imposta dal piano satanico della Bestia in questo mondo (Apocalisse 11,7-11 / 12,11).

La nostra preghiera non sarà necessariamente esaudita sul terreno di combattimento in Palestina, può darsi altrove, già in noi e intorno a noi, nelle nostre rispettive famiglie, nella nostra vita professionale e sociale, a tutti i livelli: politici, mediatici, artistici, musicali, morali, scolastici, moda, droghe, ecc… (vedere «I protocolli dei Savi di Sion»). A Marienfried (Germania 1946), la Vergine aveva detto: «Io compirò miracoli nel segreto delle anime, finché il numero delle vittime sarà completo. Dipende da Voi abbreviare i giorni delle tenebre. Le vostre preghiere e i vostri sacrifici distruggeranno l’immagine della Bestia. Allora Io mi potrò manifestare al mondo intero a Gloria dell’Onnipotente… Chiedete le grazie per le anime, per le vostre Comunità, per la gente».

Le nostre preghiere ci santificano personalmente, uniscono nell’amore le nostre rispettive famiglie e purificano la nostra società. Esse sono un esorcismo individuale e collettivo. Abbiamo pregato per la caduta del socialismo di Mitterrand in Francia. Questo regime legittimava l’immoralità, la droga, la musica pazza, ecc… Ritengo che con la caduta di Lionel Jospin, per esempio, le nostre preghiere contro la Bestia in una delle sue ramificazioni internazionali siano state esaudite. Questa è già una lotta vittoriosa, a morte, contro la Bestia. Ecco dove ci aspetta Dio, ed è qui la nostra santa missione; qui noi siamo onnipotenti perché, come dice San Paolo: «Tutto posso in Colui che mi dà la forza» (Filippesi 4,13). Noi possiamo, noi dobbiamo chiedere tutto con fiducia. Basta volere ciò che Dio vuole, per essere come Lui onnipotenti. Sono onnipotente perché io voglio ciò che Dio vuole. Se Gli chiedo di compiere ciò che Egli vuole, se la mia volontà è conforme a quella del nostro Padre, e se chiedo in Nome di Gesù, allora sono un uomo onnipotente. Sì, in verità io posso tutto in Colui che mi dà la forza.
Abbiamo avuto delle primizie delle nostre preghiere esaudite con quello che è successo il 16 ottobre in Libano a proposito dell’acqua del Wazzani. Nostra madre, la Vergine, mi aveva chiesto, qualche anno fa, di pregare per l’acqua. A quel tempo non avevo capito ciò che Ella volesse dire. Alcuni tra voi sanno questo. Quando il problema si è posto, quando la sfida israeliana si è manifestata, abbiamo pregato insieme, come vi avevo chiesto. Siamo stati esauditi perché, in seguito, abbiamo capito che «l’acqua» si riferiva a ciò che accadeva al sud del Libano, al fiume Wazzani. Il Libano ha raccolto la sfida, e l’acqua è stata pompata nella data predetta nonostante tutte le minacce di Israele! Le nostre preghiere sono veramente per qualche cosa. Bisogna sapere raccogliere la sfida. Bisogna, però, raccoglierla in nome di Dio, con la Sua Potenza, secondo la Sua volontà e secondo il Suo piano, in Nome di Gesù. È esattamente ciò che voi e io abbiamo fatto insieme.

«Se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio Nome, io sono in mezzo a loro» ha detto Gesù. (Matteo 18,19-20)

E noi, voi e io, siamo ben più che due. Questo è il nostro «Incensiere d’Oro!»

«Non esiste problema personale, familiare, nazionale o internazionale che io non possa risolvere se me lo si domanda nel Rosario», ha detto Maria in una delle sue apparizioni.

Noi siamo in questo mondo, un grano di senape, come ha detto Gesù (Matteo 13,31). Il Regno di Dio è un grano di senape, ma questo grano porterà il suo frutto e gli uccelli del cielo verranno, un giorno al riparo sotto la luce che diamo. Siamo sepolti in questo mondo e coloro che cercano troveranno. Non sta a noi correre a destra e a sinistra, siamo come un tesoro nascosto (Matteo 13,44), una perla nascosta in un campo e coloro che cercano, troveranno, perché Dio gliele farà trovare.

Nostro Padre vuole esaudire le preghiere degli uomini. Bisogna, però, che l’uomo sia degno di chiedere secondo il Suo desiderio, secondo il piano di Dio! Dio vuole il bene, bisogna desiderare il bene in Gesù Cristo. Allora diveniamo degni di offrire il Sacrificio del Figlio al Padre.

La Vergine aveva detto a La Salette: «Non c’è più nessuno degno di offrire la Vittima senza macchia al Padreterno in favore del mondo». Noi, i Testimoni dell’Apocalisse, per grazia divina, ne siamo degni. Credete che il papa sia degno di offrire il sacrificio? Il papa prega, chiede, vuole essere esaudito. Egli aveva detto «God bless Israel!» Che Dio non lo esaudisca! Non lo esaudirà. Ecco qualcuno che non prega secondo la volontà di Dio. Egli, il papa, vuole che Israele sia benedetto, ma questo è contrario al piano di Dio. Il papa può anche chiederlo in nome di Gesù Cristo; non sarà esaudito perché questa non è la volontà di Dio. Il nostro ruolo, al contrario, è di chiedere la caduta della Bestia; e noi chiediamo ciò in nome di Gesù Cristo. Allora qui, Dio interviene, e qui Dio è onnipotente. Quindi, noi, con la nostra preghiera, siamo, anche noi, onnipotenti.

Vedevo i demoni sfidare Dio perché la maggioranza degli uomini seguiva la Bestia. E nessuno ne chiedeva la caduta nel Nome del Cristo. Qui dobbiamo intervenire con le nostre preghiere contro la Bestia in nome del Cristo. Il Padre tanto tempo fa mi aveva detto, e per due volte: «Joan (Giovanna D’Arco) liberate your Land» (Libera la tua Patria). La nostra patria è la terra intera: il Regno di Dio sulla terra.

Ringraziamo già il Padre per l’acqua, ma questo non è che un primo passo. Bisogna continuare a pregare per l’acqua perché gli Israeliani non vogliono fermarsi unicamente all’acqua. Vogliono il loro impero. Per quanto mi riguarda, vedo un segno che la nostra preghiera sia stata esaudita nella semplice notizia che abbiamo sentito ieri a proposito della Corea del Nord che ha dichiarato di possedere l’arma nucleare. Questa dichiarazione ha sconvolto e turbato, gli Americani, gli alleati «onnipotenti» d’Israele. Vedremo come questo farà evolvere la situazione politico-militare riguardante l’Iraq e come cadrà la Bestia tramite la potenza di Dio: «…Poiché potente Signore è Dio che l’ha condannata» (Apocalisse 18,8).

È qui che s’inserisce il nostro ruolo, prendiamo l’incensiere d’oro pieno delle preghiere dei santi sull’altare degli olocausti, passiamo da quest’altare a quello degli incensi profumati per offrire le nostre preghiere incensate del santo nome del Cristo con la preghiera dei santi martirizzati a Jenin, a Raffa, a Naplouse, ecc… da Sharon «che si ebbra del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù» (Apocalisse 17,6-8). E questo profumo delle nostre preghiere sale verso il Padre. Ogni volta che vedo delle case distrutte, dei bambini dilaniati, massacrati dall’esercito israeliano, offro sull’altare dell’Eucarestia la preghiera e le grida di queste anime, nostri fratelli. Le offro nel Santo Nome di Gesù perché so che questo è nel piano del Nostro Padre. Se pensassi che il trionfo d’Israele fosse nel piano del Nostro Padre, non avrei mai fatto una tale preghiera, al contrario, avrei pregato come il Papa: «God bless Israel». Ma non posso chiedere a Dio di glorificare Israele. Sarebbe contro il Suo piano, anche se lo facessi in Nome di Gesù Cristo.

Quel cieco che Dio ha guarito alla richiesta di Gesù, rispondeva agli Ebrei e ai Farisei che non volevano credere in Gesù:

«Proprio questo è strano, che voi non sapete di dove sia (Gesù), eppure mi ha aperto gli occhi. Ora, noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma se un uomo è timorato di Dio e fa la Sua volontà, Egli lo ascolta.» (Giovanni 9,30-31)

Occorre essere religiosi, cioè spirituali, credere, avere la fede; se, per di più, vogliamo compiere la Volontà di Dio, e chiediamo nel Nome del Cristo, allora Dio certamente ci esaudirà. Gesù Stesso, aveva detto:
«Qualunque cosa che chiederete nel Nome Mio, lo farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio» (Giovanni 14,13).

Chiediamo al Padre, in nome del Cristo, la fine di questa ingiustizia sulla terra. Noi sappiamo che l’otterremo e che ristabiliremo il Regno di Dio sulla terra, affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. Noi siamo per gli Hezbollah, ora questi non domandano niente in nome del Cristo, ma solamente in nome della Giustizia. Questi militanti ignorano che Gesù, tramite loro, faccia la guerra contro la Bestia «con giustizia» (Apocalisse 19,11). La nostra parte, in questo santo combattimento, è di posare le loro preghiere, quotidianamente, «nell’incensiere d’oro, sull’altare d’oro, posto davanti al Trono di Dio» (Apocalisse 8,3). Quest’Altare è il Corpo e il Sangue del Cristo, Gesù stesso nel Pane di Vita.

Giovanni ha detto:

«Questa è la fiducia che abbiamo in Lui: qualunque cosa gli chiediamo secondo la Sua Volontà, Egli ci ascolta. E se sappiamo che ci ascolta in quello che gli chiediamo, sappiamo di avere già quello che Gli abbiamo chiesto.» (1 Giovanni 5,14-15)

Bisogna avere questa fede, di avere già quello che abbiamo chiesto. Purché questo si faccia nella fede e nel nostro Signore Gesù. È questa la nostra missione, da qui l’importanza della nostra selezione in questo mondo. Bisogna che prendiate coscienza della vostra importanza, dell’importanza di questo piccolo grano di senape sconosciuto dal mondo.

La nostra missione celeste è simbolizzata dall’Angelo che «prende l’incensiere e lo riempie del fuoco preso dall’altare e lo getta sulla terra. Ne seguirono scoppi di tuono, clamori, fulmini e scosse di terremoto» (Apocalisse 8,5). Il fuoco dell’altare è l’ira ardente di Dio contro le due Bestie. È alla richiesta dell’Angelo che questa santa e divina Ira si abbatte sul mondo. Imploro il Padre, nel Nome divino di Gesù, di far scoppiare la sua giusta Ira su questo mondo reso empio dalle due Bestie. Unitevi a me.

Questa Ira traboccante, che si abbatterà sulla terra, alla richiesta dell’Angelo che è presso l’Altare d’oro, è simbolizzata anche altrove:

«Allora udii una voce dai lati dell’Altare d’oro che si trova dinanzi a Dio…: ‘Sciogli i quattro Angeli incatenati sul grande fiume Eufrate’.» (Apocalisse 9,13-14)

«Un altro Angelo, che ha potere sul fuoco, uscì dall’Altare e gridò a gran voce a Quello che aveva la falce affilata: ‘Getta la tua falce affilata e vendemmia i grappoli della vigna della terra…’ L’Angelo gettò la sua falce sulla terra… e gettò l’uva nel grande tino dell’Ira di Dio…» (Apocalisse 14,17-20)

La voce che viene «dai lati dell’Altare d’oro» del primo testo, è quella «dell’Angelo uscito dall’Altare, l’Angelo che ha potere sul fuoco». Questi due angeli rappresentano lo stesso Angelo che invoca l’Ira di Dio. Nel primo testo, l’Angelo chiede che sia sciolto sull’Eufrate il fuoco dell’Ira divina; nel secondo testo, la falce dell’Ira divina vendemmia, sempre alla richiesta dello stesso Angelo, la terra. Sapete che tutto si svolge intorno all’Eufrate, accennato due volte nell’Apocalisse 9,14 e 16,12.

Siamo stati esauditi per l’acqua del Libano. Lo saremo anche per la caduta delle due Bestie che, si avventurano sull’Eufrate, ignorando che «Dio infatti ha messo loro in cuore di realizzare il suo disegno e di accordarsi per affidare il loro regno alla Bestia, finché si realizzino le parole di Dio» (Apocalisse 17,17). Le parole di Dio si realizzeranno con la caduta definitiva della Bestia che «sarà bruciata dal fuoco, poiché potente Signore è Dio che l’ha condannata» (Apocalisse 18,8).

L’Eufrate si è già manifestato il 16-17 gennaio 1991. La storia continua e le due Bestie lo minacciano una seconda volta. Potete già riconoscere le «tre rane immonde che vanno a radunare tutti i re della terra per la guerra di Armaghedòn» (Apocalisse 16,12-16). Non riconoscete forse Sharon-Bush-Blair?!

Mettiamoci dunque tutti in preghiera attorno all’Altare d’Oro e offriamo il nostro miglior incenso a Nostro Padre; domandiamo in nome di Gesù, la distruzione delle due Bestie, affinché il Regno del Cristo sia, infine, ristabilito sulla terra (Apocalisse 11,15-18). Non fidatevi della falsa umiltà che potrebbe farvi credere che siate indegni di chiedere a nostro Padre. Ora, non si tratta più di dignità. Si tratta di fare una guerra, di trionfare nella Volontà di Dio per far trionfare il suo Nome, glorificare il suo Nome con le nostre preghiere. E Dio esaudirà la nostra richiesta. Come dice l’Apocalisse nel capitolo 10,7:

«Nei giorni in cui il settimo angelo farà udire la sua voce suonerà la tromba, allora si compirà il mistero di Dio come egli ha annunciato ai suoi servi, i profeti.»

Noi siamo questi servitori di Dio, i profeti di oggi.
E in Apocalisse 11,18:

«Le nazioni si sono infuriate, ma è giunta l’ora della Tua ira, il tempo di giudicare i morti, di dare la ricompensa ai tuoi servi, ai profeti e ai santi e a quanti temono il Tuo nome, piccoli e grandi, e di annientare coloro che distruggono la terra.»

Il tempo di ricompensare questi servitori, i profeti è venuto: noi all’occorrenza! È necessario che noi lo sappiamo.

«Esulta, o Cielo, su di essa, e voi, santi, apostoli, profeti, perché condannando Babilonia Dio vi ha reso giustizia!» (Apocalisse 18,20)

Sì, è la nostra causa a essere giudicata condannando questa Bestia. La nostra causa è la causa di Dio. Allora, presto ci rallegreremo; per contro ci saranno lacrime dall’altra parte:

«Guai, guai, immensa città, Babilonia (Gerusalemme), possente città; in un’ora sola è giunta la tua condanna! Piangono e gemono su di lei…» (Apocalisse 18,10)

Mi sento molto onorato che la mia causa (che è anche la vostra) sia quella di Dio. Sono molto onorato e molto fiero. Continuo a pregare, pregate con me e avremo la vittoria, già lo sappiamo perché la chiediamo in nome del Cristo, nella volontà del Padre e per la Sua santa gloria.
Spetta a noi fare risuonare il Clamore del trionfo sulla terra (Apocalisse 10,3) del settimo angelo dopo la disfatta definitiva delle forze del male incarnate nelle due Bestie:

«Il regno del mondo appartiene al Signore nostro e al suo Cristo: Egli regnerà nei secoli dei secoli.» (Apocalisse 11,15)

Il regno di Dio sarà stabilito tramite noi su questa terra, grazie alle nostre preghiere, grazie all’incensiere d’oro, grazie all’incenso che noi offriamo sull’Altare d’oro di Dio che è il Corpo del Cristo.

Prendiamo il nostro ruolo molto sul serio, è molto efficace; Dio nostro Padre conta su di esso! Ecco perché il Cristo ci dice anche:

«Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.» (Luca 21,28)

Questo è già cominciato! Sentitevi forti! Alzate la testa!

Siamo noi che buttiamo il fuoco dell’Altare sulla terra avvelenata dalle due Bestie e da Satana liberato sulla terra (Apocalisse 20,7). Questo fuoco dell’ira divina divorerà presto, molto presto, l’Anticristo e le sue opere sataniche.

Noi siamo lì, ben installati! Gesù trionfa già tramite noi!

PS: Raccomandazione: meditare Giovanni 16,24:

«Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena

Dio ha bisogno delle nostre specifiche preghiere, ben mirate. Ci conta; non Lo abbandoneremo! La nostra preghiera è mirata contro il piano dei «Protocolli dei Savi di Sion». Trionferemo e stabiliremo sulla terra il Regno del nostro caro Gesù: noi ne siamo già le primizie. La nostra gioia sarà presto piena! Benedetto sia Nostro Padre.
Amen!

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